TINARIWEN (deserti e disertori)

28 April 2012

BUSCADERO: Italians do it better?




Of course...direte voi.
Andrea Trevaini, e qui lo ringrazio, mi ha dedicato solo un piccolo spazio, ma visto il taglio estrerofilo della rivista  e le misere pagine dedicate agli artisti indigeni, direi che è uno spazio sudato e quindi importante.
Se ci aggiungete che su quella stessa pagina, trovate la recensione di La vita agra (unorsominore), capirete che la soddisfazione per questa piccola recensione al mio disco (Un nome che sia Vento), lievita notevolmente.

Eccola :
"la musica di questo artista, nato in Marocco, porta dentro di sé, non solo nei titoli delle canzoni (Un nome che sia Vento, Opera du Sahel), le tracce di un vento musicale etnico che lo differenzia dagli altri cantautori italiani.
Il suo suono è secco, duro, elettroacustico; i suoi testi sono ora angoscianti e disperanti come in Dal Carcere oppure pescano l'ispirazione dall'alto cantautorato italiano (De Andrè-Tenco) come nella musicalmente raffinata Dimentica e Il ragazzo e la città.
La title-track che profuma d'Africa è onirica e raffinata, così come l'incedere pigro dello strumentale A night at Holiday Inn."


Poche parole, ma buone.
Egbe Mi O

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